17.3.09

Life as a house...


Tanti punti, apparentemente uguali fra loro,
collegati con pazienza
da un unico filo
disegnano una casa tra le case:
tante finestre uguali,
una sola con la luce accesa.

Così un fidanzamento: piccoli passi, occasioni, sguardi e riflessioni, tenerezze e rimproveri, lacrime di gioia o di delusione, tanti punti apparentemente uguali fra loro che costruiscono giorno dopo giorno una storia bella e affascinante: una storia bella perché affrontata e vissuta non con la fretta di consumare, di godere subito, ma con la pazienza di gustare ogni momento e di vivere in pienezza ogni passaggio, con pazienza collegando l'uno all'altro i momenti importanti e le vicende quotidiane; una storia affascinante tanto che due persone vi scorgono un'unica traccia, un unico filo che tiene tutto insieme, che li tiene insieme, sempre più stretti nell'amore l'uno per l'altra, sempre più consapevoli di essere in gioco totalmente e reciprocamente.
Grazie a questo filo unico, sottile e fragile, si disegna una casa tra le case, una casa nuova, da costruire-arredare-abitare; ma simile alle altre già costruite, con gli stessi muri maestri che le distinguono una dall'altra e, però, contemporaneamente, le sostengono tutte; con tante finestre uguali dalle quali si guarda al mondo da una posizione privilegiata e preziosa. C'è una finestra illuminata, che si distingue fra tutte le altre: da lì, da oggi, Anna e Massimo potranno assieme guardare la loro storia insieme. Dalla loro casa, che è l'immagine della loro vita (consiglio il film Life As A House di Irwin Winkler, titolo italiano L'Ultimo Sogno), dei loro sogni e progetti, del loro futuro. Costruendo la loro casa si mettono in gioco, sono disponibili a rimboccarsi le maniche, accettano e si fanno carico dei rischi, vi si investono in prima persona.
Soprattutto scelgono di non essere da soli, sanno di non essere da soli. Sono qui, oggi, davanti all'altare del Signore perché riconoscono che l'Amore li ha fatti incontrare, l'Amore è stato il collante che li ha uniti sempre più strettamente, l'Amore li ha aiutati a cambiare affinché l'altro-da-sé potesse sentirsi accolto e compreso.. ora chiedono che l'Amore, quello stesso unico filo, non si chiuda con un nodo o un cappio ma prosegua il suo lavoro di tessitura, rendendo sacro e santo il loro consenso.
In questo la Chiesa vede un Sacramento, cioè un segno visibile della Grazia efficace: nel fatto che «l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne» perché riconoscono che tutto ciò che sono e che possiedono come singoli e come coppia, è inserito nel piano della volontà di Dio. Fin dall'inizio è così: «Non è bene che l'uomo sia solo», disse il Signore Dio, ma un aiuto che gli sia simile, l'uomo non lo trova in nessun luogo/essere della creazione se non quando Dio lo plasma con la costola: «Questa volta...!». L'esclamazione di Adamo è una delle più belle descrizioni dell'innamoramento: innamorarsi di qualcuno è fare l'esperienza di incontrare finalmente una parte di sé, la parte mancante: Adamo non riesce a colmare il suo cuore, anche se ha a disposizione l'intero creato; dà il nome a ogni vegetale e a ogni animale, cioè li possiede, li conosce, ma il suo cuore resta vuoto. Dio si pone il problema della solitudine di Adamo (forte questo Dio che si preoccupa del buonumore dell'uomo!) e plasma la donna: la plasma nel sonno di Adamo, così che ella resterà per sempre - per lui - un mistero; la plasma dalla costola, il posto più vicino possibile al cuore di Adamo e la conduce (Lui stesso!) all'uomo. La lettura della Genesi, dunque, ci rimette tutti al nostro posto e ci ricorda che, per essere sicuri del buon risultato, occorre impostare bene il lavoro fin dall'inizio, fin dalle fondamenta.
Le parole di Paolo, nella seconda lettura, non fanno altro che confermare: «In ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste... Dio custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo... Fate ciò che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto».
La straordinaria pagina delle Beatitudini è come un sigillo che completa e arricchisce: siamo tutti d'accordo sulle fondamenta solide ed eterne, quelle che stanno sottoterra e, in silenzio e nascoste, svolgono il loro compito, assolutamente necessario. Ma vuoi mettere avere una casa che, oltre che solida, è tutta d'oro? Mi spiego: oltre al fondamento è altrettanto importante decidere che cosa costruirci sopra. Anna e Massimo, scegliendo il Vangelo delle Beatitudini, ci stanno dicendo esattamente cosa vogliono costruire sopra il fondamento che è la loro fede: mirano in alto, hanno delle ambizioni, sono disposti a mettere con pazienza un mattone sopra l'altro perché vogliono che la loro casa e la loro vita parlino non di solitudine ma di condivisione, di accoglienza, di protezione. È una scelta coraggiosa, ha un costo importante: una capanna di paglia e fango viene su in mezza giornata, a costi economici e fisici molto ridotti; una casa d'oro, invece, richiede tempi lunghi, dedizione, assiduità, fatica. Richiede di non accontentarsi della mediocrità. Esige di affidarsi a maestri validi, perché non è sempre saggio o conveniente far da sé. E comporta l'aiuto reciproco, ecco perché «non è bene che l'uomo sia solo».
Le Beatitudini ci parlano dell'amore libero, alto, silenzioso, devoto, costante, donato, disposto a tutto, umile, paziente. Dell'amore sacro. Non il sacrificio del «tu devi», che opprime e schiaccia, ma il sacrum facere, il «fare sacro» che Gesù ci propone; quando, cioè, amare diventa una cosa sacra perché è spogliato da ogni ricerca di gratificazione, non si aspetta nulla in cambio, vive di gratuità. Questo amore, quando viene vissuto pur tra le tante contraddizioni che costellano la vita di tutti noi, è «la luce del mondo... che splende davanti agli uomini... perché gli uomini rendano gloria al Padre».
Fra pochi minuti Anna e Massimo si diranno reciprocamente: «Io accolgo te». Il loro amore che si fa sacro diventa per tutti noi un segno: una coppia che si ama è il segno di Cristo che ama l'umanità. Una coppia che sceglie di amarsi secondo il Vangelo, sceglie di donarsi totalmente come Cristo si è donato totalmente. E noi, la comunità, vedendo, impariamo a nostra volta ad amare. Nonostante le contraddizioni, i problemi, le fragilità: perché c'è Dio in mezzo e l'amore diventa luminoso.
Chi sceglie di sposarsi nel Signore riceve un Sacramento. E diventa un Sacramento.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ale bellissima.....mi hai commosso....