16.3.09

III di Quaresima 2009

PULIZIE DI PASQUA?
Passando per i corridoi delle sezioni, la domenica mattina, mi imbatto sempre in qualcuno che sta facendo pulizie nella propria stanza: blindato, cancello e finestra spalancati, ciò che si può spostare è ammucchiato fuori, acqua, detergente e attrezzi alla mano…
Se una stanza è disabitata da tempo o se è appena stata oggetto di lavori, bisogna mettere in conto di lavorare non poco per renderla abitabile. Ancora di più se la stanza è abitata: serve la collaborazione di chi vi abita, la determinazione di fare un buon lavoro e la disponibilità a starne fuori finché ogni cosa non è al suo posto. Ma se la stanza è stata lasciata andare nell’incuria, se lo sporco si è accumulato negli angoli lontani e se si sono nascoste le incrostazioni sotto una finta tappezzeria per dare una parvenza minima di igiene.. beh, allora il lavoro è decisamente arduo. Ma non bisogna indugiare: occorre fare piazza pulita.
Ecco: un primo spunto di riflessione che trovo nel Vangelo di oggi è questo desiderio di Gesù di far pulizia, di allontanare dal Tempio i mercanti e i cambiavalute, con un gesto forte e determinato. Eppure i venditori e i mercanti non erano abusivi: anzi, secondo la Legge di Mosè, era necessario che ci fossero, per permettere a chiunque di obbedire alle prescrizioni del culto. Gesù, in effetti, non vuole punire nessuno ma solo rivelare a tutti: d’ora in poi se qualcuno vuole incontrare Dio, rendergli culto in pienezza, parlargli e da lui ricevere una risposta e una Parola di salvezza e di misericordia, lo deve fare – come diciamo ogni volta nella Messa – “per Cristo, con Cristo e in Cristo”. Abbandonare una fede fatta solo di esteriorità e puntare diritto al cuore della Rivelazione; lasciar perdere tante (troppe?) parole e ascoltare la Parola: «i Giudei chiedono segni, i Greci cercano la sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani». Il segno è già sotto i nostri occhi: forse non ci è del tutto gradito perché pone una esigenza di conversione e di rinnovamento, ma c’è. La «potenza e sapienza di Dio» abitano già tra noi, basta volerle accogliere. Facendo pulizia dentro la casa che è la vita: cosa è che mi profana, mi sporca? Quali sono i mercanti che devo cacciare dalla mia vita così da poter accogliere autenticamente il Signore, forza e sapienza? Sono davvero disposto a togliere gli ingombri inutili e lasciare che il Signore – con la mia collaborazione – compia la pulizia della mia vita, forse dolorosa, ma necessaria e profonda?

TEMPIO E CORPO
«Egli parlava del tempio del suo corpo». Tra i «quarantasei anni» e i «tre giorni», lo sappiamo già, Gesù sceglie i tre giorni. E i suoi tre giorni valgono tutta una vita: «Quando poi fu risuscitato dai morti [il terzo giorno], i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù». Tre giorni affinché il tempio/corpo di Gesù divenisse per ogni uomo il luogo dell’incontro con il Dio vivo, il luogo della salvezza e della riconciliazione tra Dio e l’uomo e degli uomini tra loro. Non si può dimenticare che Gesù chiama corpo/tempio lo stesso nostro corpo, da lui veramente e completamente assunto perché fosse quel «segno» tanto cercato dagli uomini: un corpo donato affinché si superi una volta per tutte la logica del «mercato», una «debolezza» che si rivela «più forte degli uomini». Questo ci richiama a responsabilità: come usiamo il nostro corpo? le mani, gli occhi, la bocca…? Il cuore e l’intelligenza? Che «segno» è il nostro corpo, di che cosa parla? Di dono, accoglienza, misericordia? Di sopraffazione, violenza, egoismo? Il prendercene cura è segno di rispetto o di vanità? Abbiamo a cuore non solo la sanità ma anche la santità del nostro corpo? Oppure esso è solo un qualcosa di cui e con cui godere fin che è possibile?. Domande non da poco… Gesù, che «conosce[va] quello che c’è nell’uomo» ci aiuti a trovare risposte degne della nostra umanità: essa è sì segnata dalle ferite del peccato e della colpa ma non è meno sacra e preziosa, agli occhi di Dio.

Nessun commento: