Il Discorso alla città pronunciato ieri dal Cardinale di Milano (qui a fianco il link alla pagina) mi ha suscitato interrogativi potenti e veri e qualche buono spunto di riflessione. Eccoli:
Degno figlio del mio tempo, anch’io tendo a spostare in periferia, nella periferia di me, ciò che rovinerebbe la bella e invidiabile immagine del centro di me, del me al centro. L’eterna tentazione dell’apparire, di incipriare le brutture, di nascondere ciò che è sformato, di emarginare ciò che è fastidioso. Con il rischio di perdere la verità, almeno una buona parte della verità di me.
Forse è opportuno tornare in centro, riportare tutto al centro: perché il buon Dio mi ama per quello che sono, comprese le cose che danno fastidio, i segni della fatica, le ferite del peccato. Avete letto la storia del piccolo Tommaso..?
Ci può essere anche un cammino inverso? Togliere dal centro quell’ingombrante io che fagocita tutto il tempo e le energie, metterlo finalmente in periferia con la sua voce arrogante ed egoista per ritrovare un senso più profondo e vero da dare alla vita quotidiana, un senso che sia improntato ad un’apertura di cuore, a una dedizione incondizionata all’altro, ad una carità vera..
Parrebbe che siamo in sintonia con quanto il Tempo di Avvento ci va chiedendo, no?
C’è un'altra riflessione: io in periferia ci vado realmente, Rebibbia è l’ultima fermata della linea B del Metro di Roma, a ridosso del GRA. Lì dentro è vera periferia, dove la società civile si illude di poter chiudere/nascondere il male, l’illegalità; di tenere ai margini, dove non si possa vedere e non dia fastidio una moltitudine.. di cosa? Di persone. Hanno sbagliato, stanno pagando e pagano assai caro, ma sono persone: affamate di ascolto, assetate di speranza per il futuro loro e delle loro famiglie, alla ricerca di un amore sincero da ricevere e anche da dare. Lì tutto è chiuso dal cemento armato, dalle porte blindate, dalle sbarre su ogni apertura. Sono 208 gli Istituti di Pena in Italia, periferia di ogni periferia..
Mi permetto di consigliare una lettura interessante e veloce:
Daniela De Robert, Sembrano proprio come noi, Ed. Bollati Boringhieri, 2006